Le recenti direttive europee sul dovere di diligenza delle imprese ai fini della sostenibilità, applicabili obbligatoriamente dalle società di maggiori dimensioni, possono essere un’opportunità da cogliere anche per le numerose PMI italiane.

Le società di minori dimensioni, infatti, possono cogliere “la sfida” della sostenibilità ambientale e sociale trasformandola in un’opportunità ed in un indubbio vantaggio competitivo.

I principali vantaggi che possiamo individuare, per una PMI che decide di approcciare al modello sostenibile, sono:

Mantenimento delle posizioni di mercato e nuove opportunità di business

La direttiva UE 2024/1760 impone alle grandi aziende di valutare e gestire gli impatti negativi nella loro catena di approvvigionamento. La cd. “sostenibilità di filiera” imporrà alle PMI che sono clienti e/o fornitori di grandi aziende ad adeguarsi ad una reportistica e ad una implementazione e monitoraggio dei propri indicatori di sostenibilità, a pena di esclusione dalle liste di fornitura preferenziali o dall’applicazione di minori scontistiche commerciali.

Le PMI che adottano pratiche sostenibili potranno invece diventare più facilmente fornitori preferenziali per le grandi aziende. Queste ultime, dovendo conformarsi alla direttiva UE, sono alla ricerca di partner commerciali che rispettino criteri di sostenibilità. Le piccole imprese che dimostrano un impegno concreto in questo ambito potranno quindi acquisire nuovi contratti e rafforzare le loro relazioni commerciali con le grandi aziende, beneficiando di un flusso di ordini stabile e di lungo termine.

Le PMI che adotteranno delle adeguate pratiche volte all’evidenziazione del loro approccio di sostenibilità nel proprio business saranno in una posizione privilegiata per accedere a mercati che valorizzano tali pratiche. Questo può tradursi in nuove opportunità di business sia a livello nazionale che internazionale, poiché molte industrie e settori stanno integrando la sostenibilità come criterio fondamentale nella scelta dei fornitori.

Un ulteriore vantaggio derivante dall’impiego di azioni sostenibili è la possibilità di partecipare con maggior successo a gare d’appalto pubbliche che, sempre più spesso, premiano le aziende che dimostrano un impegno concreto in questo ambito (l’art. 57 del Codice degli appalti riguarda in modo specifico le clausole sociali del Bando di gara e degli avvisi e criteri di sostenibilità energetica ed ambientale). 

Efficienza operativa

L’implementazione di politiche sostenibili da parte delle PMI non solo può contribuire alla salvaguardia dell’ambiente, ma può anche portare a significativi miglioramenti nell’efficienza operativa delle aziende.

Infatti, l’adozione di pratiche sostenibili permette di svolgere delle analisi preliminari che possono consentire alle aziende di ottimizzare l’uso delle risorse e di minimizzare gli sprechi, contribuendo conseguentemente alla riduzione dei costi operativi.

Le azioni sostenibili possono anche portare a un miglioramento significativo dei processi produttivi e della gestione della supply chain, eliminando le inefficienze e migliorando la qualità dei prodotti.  Il monitoraggio e l’ottimizzazione dei processi produttivi e di lavorazione, assistiti dall’implementazione di nuove tecnologie (automazione avanzata, intelligenza artificiale, soluzioni integrate IoT (Internet of Things), così come l’investimento in energie rinnovabili che mirano a ridurre il fabbisogno energetico derivante da fonti tradizionali, si può tradurre in un notevole efficientamento dei costi con un conseguente beneficio della marginalità aziendale. 

Differenziazione sul proprio mercato di riferimento

Uno degli ulteriori vantaggi derivanti dall’adozione di pratiche sostenibili per le PMI è la possibilità di differenziarsi in maniera significativa dai concorrenti nel proprio mercato di riferimento, cercando di soddisfare un “consumatore” sempre più attento all’impatto ambientale e sociale delle aziende con cui sceglie di interagire.

Pertanto, la sostenibilità potrebbe essere anche un mezzo efficace per distinguersi in mercati saturi. In un settore in cui vi sono molte aziende che competono offrendo prodotti o servizi simili, essa diventa un elemento di differenziazione che aggiunge valore.

Le imprese che integrano soluzioni sostenibili nel loro modello di business non solo soddisfano una domanda sempre più crescente, ma possono anche innovare e creare offerte uniche che rispondano a nuove esigenze dei consumatori.

Possibilità di accesso a finanziamenti con tassi vantaggiosi

Le politiche sostenibili adottate dalle società anche di minori dimensioni stanno diventando un elemento premiale anche per l’accesso al credito.

Infatti, già da qualche tempo i maggiori istituti di credito hanno strutturato dei finanziamenti con tasso differenziale o con tasso decrescente a seconda dell’impatto ESG della società che li ha sottoscritti, garantendo quindi una riduzione del costo del capitale chiesto a prestito per investimenti e progetti sostenibili.

I report di sostenibilità garantiscono alle PMI anche un maggior accesso al credito e migliorano il rating bancario, contribuendo quindi al miglioramento delle condizioni o delle garanzie previste dai vari finanziamenti.

Ma se abbiamo compreso come la transizione alla sostenibilità delle PMI sia più un’opportunità che un possibile ostacolo, come possiamo far sì che anche le aziende di minori dimensioni implementino questi principi?

L’approccio non può essere che graduale ed implementato in ragione delle dimensioni aziendali, delle possibilità e delle risorse economiche nonché deve essere maggiormente concentrato su quanto già si sta facendo, migliorandone i processi con poco sforzo, ponendosi invece degli obiettivi più sfidanti ed ambiziosi nei settori in cui si è maggiormente carenti.

Un approccio di base può essere così brevemente schematizzato:

a) Analizzare e comprendere l’impatto attuale dell’azienda valutando l’impronta di carbonio che la stessa genera, monitorando altresì l’utilizzo delle risorse energetiche utilizzate. È fondamentale creare una “base iniziale” che permetterà di misurare i progressi nel tempo. Questo serve a confrontare i risultati delle iniziative di sostenibilità e a valutare l’efficacia delle strategie adottate.

b) Stabilire obiettivi concreti e raggiungibili in ambito di sostenibilità (ridurre le emissioni di CO2, ridurre il consumo idrico e/o energetico, utilizzare fonti rinnovabili, materiali riciclati, applicare politiche di welfare ai propri dipendenti migliorandone le condizioni di lavoro, avere un impatto sociale positivo sull’ambiente e la comunità circostante all’azienda, ecc.).

c) Integrare la sostenibilità nel Modello di Business, sviluppando prodotti e servizi che seguano i principi dell’economia circolare, riducendo sprechi e promuovendo il riciclo, servendosi di una filiera che possa garantire gli stessi standard ed adottando sistemi di gestione ambientale riconosciuti, come la certificazione ISO 14001, per garantire che le pratiche sostenibili siano integrate nei processi aziendali.

d) Educare il management ed i dipendenti sulle pratiche sostenibili e coinvolgere il personale nella loro realizzazione.

e) Comunicare efficacemente le iniziative di sostenibilità mediante report di sostenibilità, condividendoli con la comunità, anche attraverso i canali digitali. Integrando processi sostenibili nel proprio modello di business, le PMI possono non solo contribuire positivamente all’ambiente e alla società, ma anche beneficiare di vantaggi competitivi e operativi significativi.

Proprio in tema di report di sostenibilità l’EFRAG (European Financial Reporting Advisory Group) ha sviluppato uno standard volontario per la rendicontazione sulla sostenibilità delle PMI non quotate, noto come «VSME» (Voluntary Standard for non-listed SMEs). Questo standard aiuta le PMI non soggette alla normativa in tema di reporting di sostenibilità a rispondere alle richieste di informazioni in ambito ESG da parte di banche, investitori e grandi aziende, facilitando la transizione verso un’economia sostenibile. Recentemente (novembre 2024) questo documento è stato finalizzato ed approvato per poter offrire supporto alle PMI nel comunicare i loro report di sostenibilità.

Adottare questo standard non è obbligatorio, ma rappresenta un’opportunità di crescita per le imprese a cui esso stesso si rivolge. La rendicontazione di sostenibilità consente di migliorare la reputazione, fidelizzare i clienti, accedere a nuovi mercati e clienti attenti alla sostenibilità ambientale, attrarre talenti ed accedere a finanziamenti sostenibili.

Lo standard EFRAG aiuta le PMI a rispondere in modo efficace e coordinato alle richieste di dati ESG, riducendo la complessità e migliorando la qualità delle informazioni fornite al fine di non ricadere nel cd. “green washing”.

Questo standard di rendicontazione può essere quindi adottato in modo progressivo e modulare dalle PMI non quotate al fine di fornire un’efficace rendicontazione di sostenibilità ai vari stakeholders.

Ma quanto costa all’azienda questo nuovo “approccio” di sostenibilità? Questa sicuramente è una delle maggiori preoccupazioni degli imprenditori che legittimamente non vogliono rischiare di spendere delle cifre per un qualcosa che potrebbe rivelarsi non così utile quanto sembra.

I costi dell’adozione della reportistica di sostenibilità, delle analisi preliminari e dell’implementazione di un modello organizzativo e di business sostenibile sono variabili, anche in misura significativa, in relazione a diversi fattori quali la dimensione dell’azienda, la complessità del business ed il grado attuale di organizzazione e monitoraggio dei processi.

I costi per la produzione di un primo report di sostenibilità per una PMI variano dagli step e dagli obbiettivi raggiunti.

Occorre una prima fase di analisi in cui analizzare e comprendere l’impatto attuale dell’azienda e creare una “base iniziale” per individuare le azioni da porre in essere nel breve periodo finalizzate a conseguire gli obiettivi prefissati, può stimarsi in un range compreso tra 3 e 5 mila euro.

A questo seguono poi le effettive azioni da perseguire per giungere ad un primo report di sostenibilità, il cui percorso è correlato alla fase di partenza dell’azienda e agli obiettivi che si vogliono inizialmente raggiungere. Il costo di questo percorso può raggiungere anche la cifra di 20.000/30.000 euro1. Non è escluso che venga richiesto, a seconda della tipologia di attività svolta, il conseguimento di specifiche certificazioni di qualità.

In ultimo, per le società che credono nella comunicazione dei risultati raggiunti, possono essere stimati anche costi di società specializzate nella comunicazione e nella predisposizione di report “affascinanti” nell’esposizione delle informazioni da comunicare.

Un impegno di spesa, quindi, che può sembrare considerevole, ma che deve essere visto come un investimento piuttosto che una spesa, in ragione dei suoi potenziali ritorni e all’efficientamento dei costi che una attenta politica ambientale e sociale può direttamente portare nell’economia di una azienda.

È bene considerare, inoltre, che esistono oggi numerosi strumenti di finanza agevolata e formazione finanziata che possono notevolmente mitigare questi costi se non addirittura azzerarli.

L’occasione quindi è da cogliere…

1 Dati relativi ad importi indicativi riscontrabili sul mercato