La storia viene spesso letta attraverso le opinioni filosofiche e religiose, l’evoluzio­ne delle armi e delle tecniche di combattimento, della tecnologia civile o attraverso il denaro, l’economia e la finanza ma è possibile anche leggerla utilizzando il prisma delle materie prime, sapendo che cambiano nel tempo e spesso lo connotano. Il posses­so dell’acqua, dei cereali, di determinati metalli come bronzo, ferro, oro e argento, per esempio, è stato in molti casi la chiave di volta del potere. Non sono, però, le uniche materie prime ad aver avuto un’enorme rilevanza: sale, spezie, prodotti per la farmacopea, seta, lapislazzuli, ambra, corallo, pietre preziose, olio e vino, tessuti, bestiame (pecore per la lana, bovini per latte, carne, cuoio e letame, cavalli per l’agri­coltura o per le guerre).

La rivoluzione industriale ha cambiato le carte sulla tavola del potere. Il tandem ferro-carbone offriva potere alle nazioni che li possedevano da quasi due secoli e permetteva loro di controllare altri Paesi attraverso armi e/o tecnologia (colonialismo, imperiali­smo). Dalla fine della Seconda Guerra, Mondiale, tuttavia, le carte sono state nuovamente cambiate e rimescolate: petrolio, gas, energia nucleare, metalli critici hanno assunto un ruolo centrale, pur senza marginalizzare altre materie prime essenziali tra cui legno, molti metalli di base e ferrosi, cereali e tessuti. Non bisogna, naturalmente, dimentica­re la tecnologia, che accompagna lo sfruttamento e l’uso di queste materie prime, e la finanza che consente di svol­gere un ruolo di arbitraggio in un mondo pieno di rischi e incertezze.