La gestione della mobilità dei dipendenti, definita mobility management, ha assunto negli ultimi anni un ruolo di crescente rilevanza sia per l’aumento di regolamentazioni in materia, sia per l’esigenza di molte aziende, e dei loro dipendenti, di sviluppare soluzioni e pratiche più sostenibili e convenienti in materia di mobilità.

Il Decreto Rilancio (convertito in legge il 17 luglio 2020) e la sua recente norma attuativa (Decreto n. 124 del 26 maggio 2021) rappresentano un nuovo punto di partenza per l’introduzione della figura del mobility manager, riducendo da 300 a 100 unità la soglia minima di addetti oltre la quale le imprese e le pubbliche amministrazioni dovranno dotarsi di tale competenza, ampliandone in modo rilevante lo spettro di azione.

È importante approfondire il tema dell’attualità del ruolo, degli obiettivi e delle attività chiave che devono essere svolte dal mobility manager, nonché delle sinergie con figure e funzioni degli ecosistemi aziendali e territoriali. La normativa identifica il mobility manager come il soggetto nominato dall’azienda “specializzato nel governo della domanda alla mobilità sostenibile nell’ambito degli spostamenti casa-lavoro del personale dipendente”. La sua funzione è strettamente legata alla redazione annuale e adozione di un piano spostamenti casa-lavoro (PSCL) dei dipendenti che, attraverso l’organizzazione e la gestione della domanda di mobilità, contribuisca alla riduzione strutturale e permanente dell’impatto ambientale derivante dal traffico veicolare nelle aree urbane e metropolitane.